“Se potessi avere mille lire al mese”, così intonava una vecchia canzone della fine degli anni 30 di Gilberto Mazzi, in un tempo in cui quella banconota aveva davvero un valore, tanto da poter “senza esagerare… trovar tutta la felicità!”
Con queste parole Gilberto Mazzi disegna il bel paese di quei tempi. Un’Italia povera e con la seconda guerra mondiale alle porte. Il cantante recita il desiderio di una nazione di uscire dall’emarginazione sociale, accontentandosi “senza esagerare” di un tranquillo benessere. Che dire un canzone evergreen, mai infatti, come di questi tempi, la voce di Mazzi, sembra diventare la voce di tutti.
Oggi la lira non c’è più, per me nata negli anni ’80 che con la lira ci ha fatto tutta la adolescenza e pure qualche anno in più, alle mille lire sono legati molti momenti e situazioni.
Le 1000 lire erano la banconota delle giocate a carte della notte di Natale, 1000 lire costava il cornetto gelato che compravo al chioschetto d’estate, con 1000 lire ci prendevi la merenda per la scuola, 5 bustine di figurine, un pacco delle mie patatine preferite, le mitiche big babol.
Proprio sul ricordo e sul far conoscere tutte quelle cose che, in un modo o nell’altro hanno fatto parte delle vita di ognuno di noi e l’hanno cambiata che nasce il marchio Millelire.
Il marchio Millelire è un conservatore di tutto il patrimonio e la storia d’Italia, attraverso oggetti di vita quotidiana che hanno reso l’Italia una nazione magica, ma innovatore nell’elaborare e riproporre in veste attuale gli oggetti più comuni facendoli conoscere ai più giovani e regalando una piccola emozione-ricordo a chi in quell’epoca è vissuto.
Il brand si è accostato sin da subito all’ immagine di un vecchio baule, il caro vecchio baule della nonna pieno di oggetti che ci riportano indietro nel tempo, pieno di ricordi che strappano un piacevole sorriso.
Da questo baule escono i bracciali mille lire per portare con noi, ogni giorno, un pezzettino di storia italiana, ma che sia elegante, unico e facile da indossare.
Che ne pensate? I modelli sono tre, Montessori, Verdi e Polo.
Il mio è il Montessori; due miliardi e 160 mila di questi biglietti sono stampati e diffusi in otto emissioni, dal 1990 al 1998. La banconota è dedicata a Maria Montessori, il cui ritratto appare sul recto. Il verso rappresenta un particolare del quadro “Bambini allo studio” di Armando Spadini.
Marco Polo; nel 1982 il biglietto viene sostituito da un banconota che raffigura sul recto il ritratto di Marco Polo da un dipinto conservato nella Galleria Doria Pamphili di Roma. Sul verso uno scorcio del Palazzo Ducale di Venezia rappresentato in verticale. Il biglietto ha avuto corso legale fino al 30 giugno 1995, ed e stato stampato in 2.148.000.000 esemplari.
Verdi secondo tipo, emesso dal 1969 al 1981, impiega una migliore tecnica per la colorazione dello sfondo. Il ritratto del compositore è piu realistico di quello stampato sulla versione precedente. A fianco si trova la celebre Arpa Estense, strumento del 1558 di scuola ferrarese conservato nella Galleria Estense di Modena. Al verso c’è un’immagine del Teatro alla Scala. Se si eccettuano le prime emissioni, la carta impiegata e di colore ocra. Di questo biglietto furono autorizzati 1.972.000.000 pezzi.
Tutti e tre i modelli sono realizzati in cuoio conciato al vegetale, un processo basato sull’utilizzo di tannini naturali provenienti dagli alberi.
La chiusura è nickel free, realizzata in lega metallica e rifinita in ottone spazzolato. Curata nei minimi particolari con incisioni nella facciata superiore e unita da un sistema magnetico. La lavorazione del bracciale nella sua interezza, dal trancio di cuoio al bracciale inserito nell’apposito packaging, comprende piu di 10 fasi. Fasi interamente fatte da mastri artigiani italiani, in Italia. Tutto il lavoro viene svolto a mano senza l’ausilio di macchinari industriali…
Un bracciale 100% Made in Italy.
Il vostro preferito?