Progetti belli, progetti nuovi, chi mi legge sa che mi piace dare spazio ad iniziative che spesso escono dai soliti schemi, che raccontano qualcosa di diverso.

E’ il caso di teeshare  un progetto che desidera rendere vivo il concetto di condivisione, daal momento della creazione fino a quello della produzione.

Non è solo un’idea, ma è una caratteristica dichiarata esplicitamente già nel marchio.  “Share” in inglese significa condividere, che insieme alla parola “tee” richiama la parola t-shirt, che è quello che di fatto il brand realizza.

Teeshare, infatti, sono originali t-shirt in cotone 100% made in Italy per uomo e donna create sia in collezione basic che in limited edition e confezionate/ricamate/decorate a mano in laboratori e cooperative etico-sociali.

Le limited edition sono intese come mezzo di espressioni per giovani Artisti – oggi con Ailadi Cortelletti, designer italiana  in mostra a Shangai, domani con Julia Kent, la violoncellista di Antony & The Johnsons – che ha composto un pezzo in esclusiva per teeshare in sintonia con la tshirt dedicata, che verrà presentata a giorni  al Salone del Mobile a Milano, perché indossare una t:shirt possa essere anche un momento da ascoltare.

Un progetto bello ma anche “buono”, per ogni t-shirt venduta, una piccola parte va devoluta a sostegno dell’ ADMO – Associazione Donatori Midollo Osseo – per scelta della designer che c’è dietro al progetto, Francesca Mitolo.

Collaborare insieme ad artisti e designer, sognatori ed ospiti speciali, mescolare fili, cucire colori, unire le idee e condividerle per mezzo di una t-shirt… anzi teeshare, è il pensiero alla base di questo progetto così interessante.

Cosa interessante prova a indossare teeshare dal verso che vuoi.sono state infatti abolite le etichette per dare la possibilità di avere due maglie in una. avete mai provato a indossare una maglia al contrario? con teeshare se vi va potete farlo.

Vi lascio alcune immagini della collezione, questo il sito ufficiale www.teeshare.com e come sempre a voi la parola.

Foto di Silvia Pastore.