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E se hipster facesse rima con wedding?

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C’è molto di più dietro ad un “semplice” look, dietro ad una barba, dei baffi o dietro a grandi occhialoni neri. Essere Hipster è un modo di essere, un vero e proprio lifestyle che abbraccia la musica, la cucina, la moda e dunque anche i matrimoni.

Infatti, per quanto possa apparire strano, anche gli hipster si sposano. Sono i più moderni, sempre all’avanguardia, ma, loro malgrado, anch’essi rispettano una delle tradizioni più antiche da che mondo è mondo: il matrimonio. Non ci riferiamo a matrimoni convenzionali, bensì a matrimoni su misura, con elementi ben definiti e caratteristici che hanno perfino creato un nuovo standard di matrimonio a tema, nel quale si sono specializzate già alcune aziende di wedding planning!

Ed io, oggi, voglio rivelarvi  i segreti per un perfetto matrimonio hipster.

Amore  per le cose semplici e contatto con la natura.

Dal punto di vista estetico si tratta di cerimonie molto belle, con una speciale attenzione verso i dettagli, elementi vintage all’interno di un impianto rurale e di un ambiente “disinvolto”. Potrebbe sembrare un matrimonio improvvisato, ma dietro ogni vaso di fiori disposto casualmente c’è più lavoro che nell’acconciatura della regina Isabella II.  Il matrimonio hipster è sinonimo di matrimonio campestre: un bosco, un prato, un eremo nascosto su un monte, sono le location più impiegate in questo tipo di eventi.

La decorazione deve essere totalmente integrata con l’ambiente: sempre tenendo a mente lo scenario naturale e stando attenti agli elementi che potrebbero stonare.  Lettere create con lampadine, luci sugli alberi, striscioni, bottiglie di vetro con fiori, tra le varie cose, aiutano a creare un’atmosfera che potrebbe essere definita come realismo romantico. Immancabili le lavagne, da utilizzare come libro delle firme affinché gli invitati scrivano qualsiasi tipo di messaggio agli sposi.  Non sarebbe fuoriluogo un photobooth con maschere e baffi, per permettere agli invitati di lasciare più di una semplice dedica. Le foto daranno un tocco divertente all’album di nozze e i tentativi di posa possono essere inclusi nel video.

Un ordine disordinato.

In un matrimonio hipster bisogna dimenticarsi dell’austerità di bicchieri, piatti, posate e sedie. Tutto dovrà sembrare “lì per caso”.  Ogni cosa “strampalata” servirà a creare lo scenario, sebbene si debba comunque seguire lo stesso leit-motiv con rigore e buongusto.  Vanno benissimo anche gli accostamenti di fiori, tra cui domineranno i fiori selvatici e di stagione: violette, mimose, margherite e, se in inverno, il vischio e il quadrifoglio possono essere una buona scelta.

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Parola d’ordine: vintage.

Naturalmente una sposa hipster non può scegliere un vestito tradizionale, non saranno le Helena Bonham Carter de “La Sposa Cadavere”, ma fuggono da tutto ciò che è comune. La maggior parte sceglie vestiti corti per mostrare le loro scarpe colorate o, qualora si scelga un vestito lungo, si tratta di abiti semplici, con aria bohème, ma, soprattutto, vintage. Make-up naturale, trecce su una chioma che sicuramente si ornerà di una corona di fiori.

Lo sposo, anch’egli vintage, mostra le sue calze e le bretelle, e corona il look con una farfalla bizzarra o una cravatta sottile.  I capelli al vento accompagneranno il must indiscutibile per un uomo hipster: una folta barba. Attenzione: se lo sposo non ha la barba, il matrimonio è ritenuto non valido dalla comunità hipster. Infine, un elemento in comune: gli occhiali da sole in stile “Le Iene” per lui e lei, e per tutti i partecipanti.

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Ultimi importantissimi dettagli da tenere in considerazione:

– Se vai ad un matrimonio hipster non aspettarti di lanciare il tradizionale riso poiché verrà sostituito con confetti o porporina.

– Non serve dire che il ventaglio per lei e l’apri bottiglie per lui sono totalmente fuori luogo: il dettaglio che funzionerà tra gli invitati sarà una piccola pianta che fungerà come ricordo di questo giorno così speciale.

– I social network daranno ancora più enfasi al matrimonio. Instagram, ad esempio, sarà un album istantaneo di nozze perfetto!

 
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Vi siete riconosciuti nella categoria? Avete anche solo per un attimo immaginato così il vostro matrimonio? Il vostro lui, da qualche tempo a questa parte, sta facendo crescere barba e baffi?

Beh, se avete almeno risposto “sì” ad una di queste domande, lo stile hipster è proprio ciò che fa per voi.

Felice Anno nuovo…hipster!
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Freeze, Lo voglio!

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La notizia ha preso tutti di sorpresa: la Marcuzzi si è sposata! Così, all’improvviso, senza che nessuno sapesse nulla. Mi chiedo se il gossip a questo punto sia vero o, come sospettiamo, tutto un accordo tra le celebrità ed i paparazzi di turno. Sì, perché a quanto pare la nostra Alessiona nazionale in gran segreto è volata in Inghilterra e nella campagna di Cotswold, vicino Londra, in una piccola chiesa cattolica, ha pronunciato il fatidico “sì lo voglio” al suo Paolo Calabresi, fidanzato da meno di un anno.

Straordinaria la corbella di Amarillis che vediamo sul portone d’ingresso della chiesa. L’allestimento interno però, lascia un po’ a desiderare: scialli di organza a coprire i banchetti color noce, con una rifinitura floreale (ovviamente di amarillis) che segna la navata principale. Navata che la Marcuzzi ha percorso con il padre anche se in chiesa è arrivata con il figlio Tommaso.

Damigella d’onore non poteva, invece, che essere la piccola di casa, Mia, della quale tramite i social e il blog lapinella.com conosciamo soltanto il “retro”. Alessia infatti da brava madre anche se molto social, non ha mai mostrato il volto della piccola. Belli e di grande effetto, invece,  i vasi pieni di fiori ai lati della mensa, riportavano intimità e calore in un’atmosfera non proprio italiana. Il bouquet, perfettamente in stile con il suo abito “rock” disegnato da Giambattista Valli, riprendeva le forme sinuose degli amarillis ma in realtà era una composizione di piccolissimi fiori bianchi.

Elemento top del bouquet? Il nastro di corda che ne avvolgeva i gambi.  Qui entra in gioco la sua carissima amica nonché abilissima organizzatrice di eventi, Alessandra Grillo, che, rispettando gusti e desideri di Alessia, ha fatto sì che tutto andasse liscio come l’olio e per il decòr floreale si è affidata al maestro Giuseppe Armenise che di celebrità in fatto di matrimonio, ne ha proprio conosciute tante.

Piuttosto nuova la formula scelta dalla Marcuzzi: subito dopo la cerimonia, avvenuta rigorosamente di mattina, gli ospiti hanno banchettato dapprima con un regalissimo pranzo, in stile italiano però: carbonara, amatriciana e gricia, le tre portate principali. L’allestimento della tablatè era davvero da sogno, un runner di fiori divideva gli estremi della tavola, poggiandosi a terra soavemente nelle due parti finali, senza dare alcun fastidio ai commensali.

Alessia con addosso le sue Jimmy Choo, saluta amici e parenti e dà loro appuntamento al vero cuore pulsante dell’evento: il party serale presso Aynhoe Park, bellissima tenuta, sempre nelle campagne inglesi. Qui un unico dress-code: black! Ed un must-have: cena interamente al buffet, per creare dinamicità all’evento stesso.

Gli ospiti sulle note dei Phly Boyz hanno cenato, brindato e gioito insieme ai novelli sposi. Ecco che arriva “lei”, la regina di ogni matrimonio che si rispetti: la wedding cake! Tutta bianca e decorata con foglia d’oro commestibile, unico elemento fastoso del party.

Alessia nel suo abito, rigorosamente black, tutto tulle e piume che porta la firma di Alberta Ferretti, inzia a scatenarsi tra balli e bollicine, con ai piedi le sue inseparabili Casadei rosse.

Dal rigoroso pranzo di nozze alla cena informale al buffet, il salto è semplice se la location è allestita in perfetto stile “Studio 54”: salottini in legno bianco in stile inglese “sporcati” da cuscini neri, ben tre mirror-ball a dare risalto al fantastico light-design proiettato su tutte le pareti della lounge: mapping in fuxia con puntini “giramondo” in color tiffany. Unico elemento dissonante in tutta questa meravigliosa atmosfera? Le americane in ferro completamente nude. Ebbene sì, i proiettori che servivano a dare l’effetto luci, semplicemente poggiati su pilastrini in ferro che, la sapiente signora Grillo, avrebbe potuto “camuffare”, magari con una stoffa in ciniglia black che si sposasse perfettamente con il mood dell’evento.

Ovviamente non poteva mancare un barman che, in perfetto stile hipster, serviva tra gli altri anche un cocktail creato da Alessia e Paolo proprio per l’occasione: il Marmoncelli, a base di gin, limone e zucchero.

E se i nostri ricevimenti di nozze si concludono con la classica ed ormai rigorosa consegna delle bomboniere, indovinate un po’ come ha deciso di chiudere la serata la Marcuzzi? Con una partita a Burraco, in perfetto stile La Pinella

D’altronde la vita è come una partita a carte: si vince, si perde e spesso si rimescolano le carte. Speriamo non sia questo il caso però, dopo Inzaghi e Facchinetti, auguriamo ad Alessia e Paolo di giocare un burraco “pulito”!

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Wedding in the closet

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Il 2015 sarà l’anno del mio matrimonio, e dato che The colours of my closet è parte attiva della mia vita ho deciso che questa è l’occasione perfetta per aggiungere la rubrica Wedding in the closet.

Da questo momento sarà una lunga cavalcata verso il fatidico giorno e qui racconterò delle mie scelte e dei miei gusti in fatto di matrimonio, ma sarà anche l’occasione per trattare l’argomento a 360 gradi, una sorta di guida, ma anche uno scambio di opinioni.

Per chi mi segue sui social sa che di recente ho partecipato ad una iniziativa per poter vincere il matrimonio dei sogni firmato da Panta Rhei Scenografie per eventi, azienda che da 10 anni opera nel settore del wedding e non solo.

Felice vi comunico che ho vinto e che non vedo l’ora di farmi guidare da loro per rendere tutto come ho immaginato. Da qui è nata l’idea di coinvolgere Luca Melilli, wedding designer di Panta Rhei, e creare ad hoc per lui una rubrica settimanale sul blog.

Si chiamerà Pillole di Wedding e Luca Melilli darà il suo punto di vista sul matrimonio e sulla sua organizzazione, racconterà, analizzerà, alle volte criticherà, facendoci entrare dalla corsia preferenziale nel fantastico mondo del wedding.

Se volete seguire Panta Rhei  e Luca Melilli su Facebook  ecco le due pagine. Su Instagram l’hashtag principale è #pantarheiwedding

 

Ma conosciamolo meglio attraverso una breve intervista.

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Luca prima di tutto come e quando è nata la tua passione per il design e soprattutto per il wedding design?

Alcuni lo chiamano destino, altri aspirazione, io lo chiamo percorso. La bellezza mi ha sempre attratto. Anche quando non ne ero ancora consapevole, io cercavo la bellezza; ma se all’inizio il mio rapporto con essa è stato di semplice estimatore, il lavoro di designer di eventi mi ha dato la possibilità invece di diventare un “produttore di bellezza”. Quindi, che dirti? La passione era alla base del percorso, l’occasione è arrivata.

 

Quali sono gli elementi chiave per la riuscita di un evento, che sia una festa o un matrimonio?

Sarò ripetitivo, ma la bellezza è la chiave di tutto! Bellezza che può declinarsi in ordine, armonia, colore, ritmo…Tutti i sensi devono percepire il bello. La vista, per prima: sposi e ospiti devono “vedere bello”, devono avere la percezione che ogni cosa sia al suo posto e che i luoghi che in quel momento abitano siano stati creati o ricreati apposta per loro, per accoglierli. Udito, gusto, tatto, olfatto: nel rispetto delle scelte degli sposi, io consiglio anche soluzioni sonore e gusti armonici con l’intero progetto del matrimonio. La fatica, l’attesa, una cattiva cena o un intrattenimento fastidioso non devono prendere il sopravvento, altrimenti vanificheranno l’immagine di bellezza che io cerco di lasciare in quanti partecipano ad un evento firmato Panta Rhei Luca Melilli.

 

Cosa ti piace del lavoro dei tuoi colleghi e cosa invece non condividi?

Comincio da quello che non condivido: non condivido l’eccesso in ogni sua forma. Non mi piace snaturare l’eleganza del matrimonio o “travestire” i luoghi. Il mio obiettivo non è sorprendere a tutti i costi, piuttosto mettere a proprio agio. Poi, permettimi, non condivido improvvisazione e mancanza di professionalità: creano sfiducia e mettono in cattiva luce la categoria.

Cosa mi piace? Mi piace, di qualche collega, alle volte, la ricercatezza dei materiali, il saperli utilizzare in modo nuovo, originale. Oggi, con il web, tutto diventa subito già visto, allora la sfida non è correre a caccia di brevetti, ma trovare soluzioni originali, anche partendo da materiali “classici”. Pensa, ad esempio al ritorno del pizzo, cui abbiamo assistito in questi ultimissimi anni. E poi, è il motto Panta Rhei… tutto si trasforma. Non posso non avere l’onestà intellettuale di riconoscere, quando accade, in qualcun altro, quella che è la mia bandiera, il mio leit motiv.

 

Descrivi in 3 aggettivi un vero matrimonio firmato Panta Rhei Luca Melilli.

Ovviamente, bello! Unico. Memorabile (nel senso letterale, cioè che chi vi ha preso parte se lo ricorda). Armonico. Elegante. Ops… erano tre? Ti prego, non tentare la mia vanità…

 

Cosa si devono aspettare i lettori di The colours of my closet dalla tua rubrica Pillole di Wedding?

Nessuna pietà? No, non sono cattivo, ma non scendo a compromessi. Non firmo eventi di cui non condivido il progetto. Così sarò anche nello scritto, non dirò che un elemento è ricercato solo perché è della nonna, che “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”. No. È bello ciò che è BELLO. Ciò che non lo è, se è possibile, deve essere trasformato o, diversamente, assolutamente non utilizzato.

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Max Mara Bridal Wedding Tour

Per le future sposine che convoleranno a nozze nei mesi caldi è già tempo di scegliere l’abito per quello che viene definito “il giorno più bello” per la vita di una donna.

Che sia bianco, cipria, avorio o colorato l’importante che rispecchi la propria personalità, il proprio gusto e che faccia sentire le più belle.

Per chi non ha ancora le idee chiare ed è alla ricerca dell’abito sappiate che dal 7 febbraio 2013 riparte il Max Mara Wedding Tour, che toccherà alcuni punti vendita italiani e terminerà il 14 marzo 2013 a Palermo.

Il Max Max Wedding Tour 2013  è parte integrante del progetto Max Mara Bridal che ridefinisce il concetto di abito nuziale per renderlo contemporaneo e prêt-à-porter, rispondendo all’esigenze delle donne di oggi.

Fiabesca. Romantica. Contemporanea. Eterea. Da sogno ma attuale. Fashion. Semplice ed essenziale. Super sofisticata. Discreta. Ladylike. Easy & glamorous. Tanti aggettivi in contraddizione solo apparente, che definiscono con precisione Max Mara Bridal. Una collezione sempre più amata dalle donne per la sua filosofia che applica le logiche del moderno pret-à-porter a robe de mariée e wedding dress. Abiti oggi disponibili – senza numerose prove – direttamente in boutique, declinati in tanti modelli, nelle varie taglie e colori.

La linea completa vanta più di 30 proposte a stagione (dai nuovi modelli ai classici continuativi) disponibili in selezionati punti vendita. Il tutto corredato da ricercati complementi e accessori come head-pieces, diademi, veli, guanti, minaudière bomboniera, rivière di cristalli o raffinati fiori bijoux. O ancora la proposta scarpe: dai sandali alle pump alle più comode ed eleganti bridal shoes.

Le città coinvolte in questo speciale tour saranno MilanoRoma, Bologna, TorinoNapoliFirenze e Palermo e a ogni evento sarà possibile scegliere l’abito del giorno più importante tra quelli proposti nella collezione, in un clima rilassato e con l’aiuto di uno speciale “wedding” personal shopper.

Abiti da sposa creati per essere sempre perfette per la grande cerimonia, la festa en plein air o ricevimenti più intimi. Una sfilata di modelli da favola tutti da scoprire nell’ambiente elegante dei negozi Max Mara, pronti ad accogliere la futura sposa, le amiche del cuore e la mamma con un servizio speciale di “wedding” personal shopper dedicato.

Le date del wedding tour 2013:

7 febbraio Milano
12 febbraio Roma
20 febbraio Bologna
21 febbraio Torino
27 febbraio Napoli
1 marzo Firenze
14 marzo Palermo

 


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